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sabato 10 marzo 2012

Attività sportiva nel bambino

L’educazione alla pratica dell’attività fisica deve iniziare fin da bambini, attraverso un approccio di tipo ludico in modo da fare avvicinare il bambino allo sport con divertimento. E’ fondamentale, per  il bambino, che anche i genitori pratichino attività sportiva (di qualunque tipo essa sia) in modo da stimolarli, creando un senso di emulazione verso i genitori.
Se riusciamo in questo intento, creiamo nei nostri figli un’abitudine allo sport che difficilmente verrà abbandonata nel corso del tempo perché diventerà parte integrante della loro giornata; l’importante è non obbligarli (evitiamo di voler creare dei campioni ad ogni costo). Se la pratica da divertimento passa ad imposizione roviniamo tutto, ricordatevi che i campioni si formano perché praticando sport con divertimento il bambino tira fuori il meglio di se senza nessuna fatica (i campioni con la C maiuscola sono “baciati” dalla natura e non nascono tutti i giorni).
Non va dimenticata l’alimentazione, uno sportivo di buon livello ottiene risultati se si alimenta nella giusta maniera, anche in questo caso le corrette abitudini portano solo vantaggi. Abituiamo i bambini ed i ragazzi a non assumere integratori, nella maggior parte dei casi non servono, se la pratica sportiva è sorretta da un’adeguata alimentazione, diffidiamo dagli allenatori che ritengono necessaria l’assunzione di qualunque tipo di “extra” alimentare. Se vediamo che nostro figlio “accusa” gli allenamenti rivolgiamoci sempre ad uno specialista, in questo caso un medico nutrizionista (mi raccomando che sia laureato in scienze dell’alimentazione), vedrete che per risolvere il suo senso di fatica vi modificherà l’alimentazione ottimizzandola sullo sport che pratica.
Per fare capire il perché l’attività fisica è importante fin da piccoli, riporto i dati provenienti dalla “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002” riguardanti l’attività fisica dove emerge un preoccupante andamento: aumenta il numero dei sedentari e tale fenomeno assume particolare rilievo nelle fasce di età giovanile.
E ‘ stata documentata una spiccata riduzione del numero di ragazzi praticanti un’attività sportiva e tra i giovani di 18-19 anni, la quota di persone completamente inattive, pari a 18,1% nel 1997, ha raggiunto il 24,3% nel 2001.
Anche nella fascia di età tra i 6 e i 10 anni aumentano i comportamenti sedentari, più di un bambino su 5, pari al 21,6%, non svolge alcuna attività fisica nel tempo libero, nel 1997 la percentuale era del 17,1%.
Con l’aumentare dell’età e del grado di scolarità diminuisce la percentuale di sportivi abituali a tal punto che solo il 29% tra i 35 e i 44 anni si muove regolarmente.
Come vedete, da questi dati viene fuori che la pratica sportiva non è diffusa nel nostro paese ed è un peccato perché la pratica regolare, non necessariamente intensa, apporta solo dei benefici.
Basti pensare che con almeno 15-20 minuti di attività aerobica al giorno (senza arrivare alla pratica quotidiana, possiamo abituarli ad eseguire sport almeno 2/3 volte le settimana per un tempo non inferiore ai 60 minuti), i bambini e ragazzi riescono a:
- mantenere sani ed efficienti il tessuto osseo e le articolazioni
- costruire delle buone masse muscolari
- ridurre il grasso corporeo
- mantenere un buon peso
- prevenire lo sviluppo di pressione alta e aiutare la diminuzione della pressione negli adolescenti con ipertensione
- migliorare le capacità di apprendimento.
L’ultimo punto è emerso in uno studio che mostra la correlazione tra sport e l’apprendimento. I risultati finali della ricerca hanno evidenziato che bambini che svolgono, oltre all’attività intellettuale, anche quella fisica hanno lo stesso rendimento scolastico dei bambini che hanno studiato un’ora in più, evidenziando una maggior capacità di apprendimento in alcune particolari discipline come, ad esempio, la matematica.
L’attività motoria assume, inoltre, un ruolo decisivo sia come canale di sfogo della naturale esuberanza, sia come formazione ed educazione generale, migliorando l’adattabilità del ragazzo agli impegni quotidiani, consentendo un buon controllo emotivo, una migliore autostima e aumentando la capacità di socializzazione. In questo sono fondamentali gli sport di squadra dove oltre alla parte atletica il bambino impara a convivere, fidarsi, rispettare i suoi compagni di squadra, abitudini che diventano utili e necessari sia nella vita scolastica che quotidiana.
Se a tutto ciò si aggiunge l’efficacia indiscussa di un’attività sportiva sulla salute fisica, è chiaro che lo sport risulta utile sin dai primi anni d’età.
A questo punto ai genitori sorgono almeno due domande: verso quale tipo di sport indirizzo mio figlio? Qual è lo sport migliore sotto l’aspetto dello sviluppo?
Normalmente si cerca uno sport “completo”, ma non esiste uno sport “omnicomprensivo” perché ogni tipo di attività fisica ha le proprie caratteristiche che stimolano l’apparato muscolo-scheletrico del bambino in modo diverso.
Normalmente identifichiamo nel nuoto lo sport completo per eccellenza (sotto l’aspetto muscolo-scheletrico è il massimo nello sviluppo del bambino), ma non è corretto perché alcune qualità quali l’abilità di coordinare il corpo rispetto allo spazio circostante (la propiocettività),  la capacità di saltare, correre o lanciare oggetti e la capacità di socializzare e di lavorare insieme agli altri per un obiettivo comune, non vengono sviluppate.
Allora, quale sport devo scegliere per mio figlio?
Per prima cosa dobbiamo vedere se la richiesta di svolgere uno sport in particolare arriva dal bambino o dal genitore. Solitamente i bambini hanno voglia di muoversi, molto spesso i genitori lo indirizzano verso una disciplina comoda a loro sotto l’aspetto organizzativo. Un consiglio, non cadete in questo errore, imponendo lo sport al bambino il più delle volte si ottiene l’effetto contrario: odiare l’attività fisica in generale.
Quando il vostro bambino “vuole” quello sport, assecondatelo ed al limite aiutatelo nella scelta e se succede che la scelta non piace, non c’è problema, cambiate tipo di sport oppure associazione sportiva. Il più delle volte “l’odio” del cucciolo verso quella pratica sportiva deriva dall’incapacità dell’allenatore, allenare i bambini non è facile perché l’approccio deve essere sempre positivo e propositivo.
Per questo anche la scelta della società sportiva a cui ci rivolgiamo è importante, indirizziamoci verso gruppi sportivi che hanno esperienza con i bambini, perché gli obbiettivi che fanno raggiungere ai loro piccoli iscritti è merito degli allenatori che hanno. Sicuramente ottengono questi successi perché i bambini nei loro corsi si divertono e divertendosi imparano più facilmente, senza imposizioni o fatica ma al contrario riescono a percepire l’agonismo come divertimento e non come un obbligo.
Ai fini della scelta dell’attività fisica è necessario anche considerare il fattore auxologico (l’auxologia studia e cura la crescita fisica della persona nell'età evolutiva), tra i 5 e i 6 anni nel bambino c’è il primo allungamento, che consiste in una spinta in lunghezza che interessa soprattutto l’apparato osseo, più che quello muscolare e che si incentra soprattutto nelle gambe. Accade quindi che lo scheletro aumenti di peso, le leve ossee si allunghino senza che vi sia, però, un adeguamento della forza muscolare. La colonna vertebrale può tendere ad incurvarsi, dando origine ad attitudini quali la cifosi e la scoliosi, soprattutto quando lo sviluppo non è perfettamente simmetrico sul lato sinistro e su quello destro del corpo, ecco perché è consigliabile scegliere sport simmetrici evitando quelli asimmetrici che sviluppano solo un lato del corpo a discapito dell’altro. Dai 7 anni incrementa la capacità respiratoria, quindi la colonna vertebrale e la gabbia toracica soffrono particolarmente se manca un’adeguata attività fisica. Dagli 8 anni, invece, c’è un certo aumento della massa e della forza muscolare che, se oculatamente guidata, porta a supplire alle carenze dei periodi precedenti.
In conclusione non vi dirò mai scegliete questo sport invece di quello, ma vi posso dare alcuni consigli per aiutarvi nella scelta:
- parlate con vostro figlio per capire cosa desidera ed aiutatelo nella scelta perché nessuno meglio di voi genitori consce il vostro bambino;
- scegliete polisportive che abbiano una ottima esperienza nell’approccio con i bambini, per sapere questo informatevi anche da altri genitori per sapere le loro esperienze;
- quando avete scelto l’indirizzo sportivo e la società sportiva, andate a conoscere di persona l’allenatore in modo da capire chi è e qual è il suo “pensiero sportivo”,  considerate che sarà la persona che crescerà vostro figlio nello sport;
- tutti gli sport fanno bene e tutti gli sport fanno male, è come vengono insegnati che fanno pendere l’ago della bilancia verso l’una o l’altra parte (ecco perché l’allenatore è importante);
- scegliete sport simmetrici ovvero sport che sviluppano simultaneamente entrambi i lati del corpo.
A questo punto non mi resta che augurarvi, a voi genitori ed ai vostri cuccioli, buon allenamento con tanto divertimento.
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